Carolina Valentini
Barene

Ognuno di noi possiede una propria mitologia personale. Questa mitologia si costruisce attraverso luoghi che tornano alla memoria e diventano parte del nostro mito individuale.

Secondo il Dizionario Boerio, il termine "barena" deriva da "baro", un'espressione volgare che indica un fitto manto di cespugli o un terreno paludoso incolto.

Le barene sono in rapporto funzionale con altre strutture caratteristiche della laguna e sono emerse per la maggior parte del tempo, ad eccezione dei periodi di alta marea.

Durante questi periodi estremi, le condizioni ambientali sono dure per le associazioni vegetali presenti.

Alcuni invertebrati terrestri si sono adattati a vivere nelle barene, ambienti costieri soggetti all'alternarsi delle maree, grazie a strategie particolari. Alcuni scavano gallerie nel substrato, intrappolando bolle d'aria che consentono loro di respirare durante l'immersione della barena. Altri seguono l'andamento della marea, rifugiandosi sulla cima della vegetazione durante l'alta marea e riscendendo quando la marea cala.

La barena è metafora del ricordo immaginifico che, quando sommerso, cioè inconscio e sul piano della realtà istintiva, si può rievocare solo attraverso uno stato di consapevolezza totale, come scrisse Pavese. È un tentativo di riportare alla memoria la propria ricchezza intima di figurazioni, attraverso il corpo in movimento, dove esso diventa veicolo di immagini, luoghi e significati.

È un danzare per immagini, per esplorare la propria personale mitologia, i propri luoghi sacri e per tentare di riuscire a raccontarli facendo affidamento al corpo e al movimento.

Luoghi a me noti, sfondo della mia infanzia vengono rivisitati grazie al potere dell’immaginazione attraverso il corpo, in una personalissima “Favola della Laguna”.

Carolina Alessandra Valentini

Il primo lavoro come danzatrice lo ha ottenuto all’età di 11 anni, prendendo parte al progetto della coreografa Sarah Michelson per la Biennale di Venezia. Si è laureata in Danza e Performance presso la Codarts Rotterdam University of the Arts, dove ha interpretato coreografie di artisti di fama internazionale come Nacho Duato, Samir Calixto e Club Guy&Roni, e ha studiato con rinomati insegnanti e coreografi. Ha lavorato con artisti come Neel Verdoorn, Fabrizio Favale, Liat Waysbort, Simona Bucci, Stefano Mazzotta, e ha preso parte come interprete al dittico Die Glückliche Hand di Schönberg e Bluebeard di Bartók, progetto creativo firmato Ricci/Forte.

Ha collaborato con la Compagnia Arearea, partecipando a progetti di Marta Bevilacqua e Roberto Cocconi, e nel 2020 ha presentato il suo lavoro Michela per Fuorimargine di Autunno Danza, sotto il tutoraggio di Jacopo Jenna. Dal 2021 è membro della Compagnia En-Knap di Lubiana, dove ha collaborato con Iztok Kovač, Silvia Gribaudi, Jesús Rubio Gamo, Fabien Prioville, Kristina Aleksova, Emese Cuhorka e Csaba Molnar.

Esibizioni:
* Venerdì 04 luglio - 20:30

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